Dubai Telegraph - UE: Spese militari in aumento!

EUR -
AED 4.172449
AFN 82.254546
ALL 99.443406
AMD 442.670645
ANG 2.033567
AOA 1042.825181
ARS 1220.14119
AUD 1.806576
AWG 2.044754
AZN 1.92488
BAM 1.95567
BBD 2.288848
BDT 137.740866
BGN 1.961173
BHD 0.427772
BIF 3370.076522
BMD 1.135975
BND 1.496901
BOB 7.833481
BRL 6.659769
BSD 1.133625
BTN 97.596528
BWP 15.810952
BYN 3.709854
BYR 22265.103548
BZD 2.277049
CAD 1.57554
CDF 3265.357312
CHF 0.926355
CLF 0.02877
CLP 1119.195783
CNY 8.283646
CNH 8.276496
COP 4910.274388
CRC 581.661429
CUC 1.135975
CUP 30.103329
CVE 110.257689
CZK 25.124921
DJF 201.666627
DKK 7.469719
DOP 70.015357
DZD 149.546531
EGP 58.260137
ERN 17.03962
ETB 147.302732
FJD 2.589455
FKP 0.868407
GBP 0.868349
GEL 3.135399
GGP 0.868407
GHS 17.570835
GIP 0.868407
GMD 81.22142
GNF 9813.349253
GTQ 8.74342
GYD 237.164273
HKD 8.810449
HNL 29.370052
HRK 7.534352
HTG 148.330164
HUF 409.939099
IDR 19081.136942
ILS 4.222247
IMP 0.868407
INR 97.663321
IQD 1485.001526
IRR 47824.533976
ISK 145.293274
JEP 0.868407
JMD 179.688084
JOD 0.805518
JPY 163.034823
KES 146.800265
KGS 99.34072
KHR 4541.698829
KMF 499.267593
KPW 1022.377204
KRW 1614.430113
KWD 0.348108
KYD 0.944737
KZT 585.821153
LAK 24559.371409
LBP 101571.664539
LKR 338.137577
LRD 226.724965
LSL 21.86905
LTL 3.354238
LVL 0.68714
LYD 6.299582
MAD 10.546101
MDL 20.093668
MGA 5113.660901
MKD 61.53092
MMK 2384.765967
MNT 4016.504602
MOP 9.055999
MRU 44.688037
MUR 49.867712
MVR 17.490167
MWK 1965.669652
MXN 23.068039
MYR 5.023852
MZN 72.599596
NAD 21.86905
NGN 1814.230675
NIO 41.717234
NOK 12.117785
NPR 156.154645
NZD 1.949502
OMR 0.437358
PAB 1.133625
PEN 4.231219
PGK 4.684689
PHP 64.755101
PKR 317.836523
PLN 4.289593
PYG 9069.398586
QAR 4.133426
RON 4.979772
RSD 117.212227
RUB 94.490234
RWF 1633.891653
SAR 4.263352
SBD 9.490347
SCR 16.273921
SDG 682.148639
SEK 11.10279
SGD 1.499036
SHP 0.892698
SLE 25.877689
SLL 23820.802413
SOS 647.857039
SRD 42.08335
STD 23512.382162
SVC 9.919342
SYP 14769.650556
SZL 21.857551
THB 38.057425
TJS 12.316683
TMT 3.975911
TND 3.411774
TOP 2.660563
TRY 43.085181
TTD 7.708489
TWD 36.779677
TZS 3038.098536
UAH 46.928988
UGX 4165.723761
USD 1.135975
UYU 49.176739
UZS 14701.02514
VES 87.604152
VND 29259.867583
VUV 139.642884
WST 3.209879
XAF 655.913505
XAG 0.035183
XAU 0.000351
XCD 3.070028
XDR 0.815746
XOF 655.913505
XPF 119.331742
YER 278.655612
ZAR 21.72931
ZMK 10225.131818
ZMW 31.995878
ZWL 365.783381

In primo piano


Dubai, la guida definitiva su cosa fare e vedere

Dubai, la guida definitiva su cosa fare e vedere ! Se sogni di viaggiare, non puoi perderti le straordinarie opportunità che Dubai ha da offrire. Pianifica la tua visita e scopri le attrazioni imperdibili di Dubai, il gioiello degli Emirati Arabi Uniti. Ammira l'incredibile skyline di Dubai, dominato dal celebre Burj Khalifa, l'icona che svetta sopra tutte le altre.Esplora i lussuosi resort di Palm Jumeirah, goditi la vita notturna di Dubai Marina e immergiti nella cultura tradizionale nei souk di Deira. Scegli tra avventure emozionanti nel deserto, visite a parchi a tema di classe mondiale e una miriade di ristoranti di alta cucina. Non importa cosa cerchi, Dubai offre esperienze uniche che ti lasceranno senza fiato.Pronto per visitare Dubai? Guarda il nostro video e preparati a esplorare questa città incredibile. Dubai ti aspetta!

Cosa fare a Dubai in 3 giorni: una guida turistica completa!

Scopri cosa fare a Dubai in soli tre giorni con questa guida turistica completa. Dai grattacieli più alti del mondo ai mercati tradizionali, dal lussuoso Burj Al Arab al giardino fiorito più grande del mondo, questo video ti mostrerà i posti più belli da visitare nella città degli Emirati Arabi Uniti.Segui il nostro tour guidato e preparati a rimanere incantato dalla bellezza e dalla modernità di Dubai.

Dazi USA-Cina: lezioni storiche

La nuova ondata di dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina, iniziata nel 2025 sotto la presidenza di Donald Trump, ha riacceso il dibattito sulle guerre commerciali e i loro effetti. Con tariffe che raggiungono il 145% sulle importazioni cinesi e contromisure di Pechino al 125% su prodotti americani, l’economia globale trema. Ma cosa ci insegna la storia sulle guerre dei dazi? Questo articolo analizza le esperienze passate per comprendere le possibili conseguenze del conflitto attuale.Le guerre commerciali non sono una novità. Uno degli esempi più noti è la tariffa Smoot-Hawley del 1930, quando gli Stati Uniti imposero dazi fino al 60% sulle importazioni per proteggere l’industria interna durante la Grande Depressione. Il risultato fu disastroso: il commercio globale crollò del 66% tra il 1929 e il 1934, aggravando la recessione. I partner commerciali, come Canada ed Europa, risposero con dazi retaliatori, riducendo le esportazioni americane del 61%. La lezione fu chiara: i dazi protezionistici, se non calibrati, possono amplificare le crisi economiche anziché risolverle.Un caso più recente è la guerra commerciale USA-Cina del 2018-2019, durante il primo mandato di Trump. Gli Stati Uniti imposero tariffe fino al 25% su 360 miliardi di dollari di beni cinesi, mentre Pechino rispose con dazi su 120 miliardi di dollari di prodotti americani, colpendo soprattutto l’agricoltura. Gli effetti furono misti: negli Stati Uniti, i consumatori pagarono 40 miliardi di dollari in più all’anno per beni importati, e gli agricoltori persero 12 miliardi di esportazioni, costringendo il governo a stanziare sussidi per 28 miliardi. Tuttavia, alcune industrie, come quella dell’acciaio, videro una crescita temporanea del 10% nell’occupazione. In Cina, l’export verso gli USA diminuì del 13%, ma Pechino accelerò la diversificazione commerciale, rafforzando i legami con l’Asia e l’Africa.La storia evidenzia tre lezioni principali. Primo, i dazi aumentano i costi per i consumatori. Nel 2018, i prezzi di beni come elettronica ed elettrodomestici negli Stati Uniti crebbero del 3-5%, un fenomeno che si ripete oggi con un aumento del 4,2% nei prezzi dei prodotti cinesi nel 2025. Secondo, le catene di approvvigionamento globali soffrono: durante la guerra del 2018, il 30% delle aziende multinazionali ha dovuto riorganizzare le proprie filiere, un processo costoso che si sta ripetendo, con ritardi nelle consegne di componenti elettronici stimati al 20%. Terzo, le ritorsioni sono inevitabili. Nel passato, come oggi, la Cina ha risposto con dazi mirati e restrizioni su risorse strategiche, come i minerali rari, fondamentali per il 90% della produzione di batterie e semiconduttori.Un altro insegnamento storico è che le guerre commerciali raramente raggiungono gli obiettivi dichiarati. Negli anni ’80, gli Stati Uniti imposero dazi del 100% sulle motociclette giapponesi per salvare Harley-Davidson. Sebbene l’azienda sopravvisse, il Giappone spostò la produzione negli USA, aggirando i dazi, e i consumatori pagarono prezzi più alti. Analogamente, i dazi attuali mirano a rilocalizzare l’industria americana, ma solo il 2% dei posti di lavoro manifatturieri è tornato negli Stati Uniti dal gennaio 2025, mentre le piccole imprese hanno tagliato 50.000 posti nel commercio al dettaglio.Le guerre commerciali hanno anche un impatto geopolitico. Durante la disputa del 2018, la Cina rafforzò l’iniziativa Belt and Road, investendo 200 miliardi di dollari in infrastrutture globali per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Oggi, Pechino sta consolidando alleanze con Russia e Iran, mentre limita l’accesso a materiali critici, spingendo paesi come Australia e Cile a colmare il vuoto. Questo suggerisce che i dazi, anziché indebolire l’avversario, possono accelerare la riconfigurazione delle alleanze globali.Tuttavia, la storia offre anche esempi di successi limitati. Negli anni ’90, gli Stati Uniti usarono la minaccia di dazi per aprire i mercati giapponesi e sudcoreani, ottenendo accordi commerciali vantaggiosi senza escalation. Questo indica che i dazi possono funzionare come leva negoziale, ma solo se accompagnati da diplomazia. Nel 2025, invece, l’assenza di dialogo diretto tra Trump e Xi Jinping rende improbabile una risoluzione rapida, prolungando l’incertezza.Le conseguenze attuali riflettono le esperienze passate. I mercati globali hanno perso 2,5 trilioni di dollari in valore da aprile 2025, riecheggiando le turbolenze del 2018. L’inflazione globale, prevista al 3-4%, minaccia il potere d’acquisto, mentre il PIL mondiale potrebbe ridursi dell’1-2% entro il 2027 se il conflitto persiste. La storia ci avverte che le guerre commerciali non hanno vincitori assoluti: proteggono alcune industrie, ma a scapito di consumatori, imprese e stabilità globale.Per il futuro, la chiave è bilanciare protezione e cooperazione. La storia insegna che i dazi funzionano meglio come strumento temporaneo, non come strategia permanente. Senza negoziati credibili, il conflitto USA-Cina rischia di ripetere gli errori del passato, con costi che ricadranno su tutti.