Dubai Telegraph - Gemello dell'Oceano Digitale: Proteggere gli Oceani

EUR -
AED 4.224813
AFN 82.817113
ALL 99.667477
AMD 449.671733
ANG 2.073052
AOA 1055.338961
ARS 1256.55207
AUD 1.794784
AWG 2.070418
AZN 1.951324
BAM 1.979188
BBD 2.321027
BDT 139.67045
BGN 1.95655
BHD 0.433533
BIF 3370.179755
BMD 1.150232
BND 1.509186
BOB 7.94415
BRL 6.679976
BSD 1.149584
BTN 98.131596
BWP 15.845239
BYN 3.762188
BYR 22544.547167
BZD 2.309086
CAD 1.589839
CDF 3309.217251
CHF 0.931889
CLF 0.028824
CLP 1106.121106
CNY 8.39604
CNH 8.415224
COP 4922.03826
CRC 577.726851
CUC 1.150232
CUP 30.481148
CVE 112.033115
CZK 25.05027
DJF 204.418931
DKK 7.465017
DOP 69.582588
DZD 151.563737
EGP 58.719284
ERN 17.25348
ETB 153.008057
FJD 2.587735
FKP 0.859573
GBP 0.859189
GEL 3.157401
GGP 0.859573
GHS 17.897798
GIP 0.859573
GMD 82.237541
GNF 9955.836285
GTQ 8.854633
GYD 241.153847
HKD 8.92197
HNL 29.733388
HRK 7.536335
HTG 150.012661
HUF 409.07312
IDR 19396.017118
ILS 4.269908
IMP 0.859573
INR 97.909875
IQD 1506.803918
IRR 48453.523153
ISK 145.136009
JEP 0.859573
JMD 181.697068
JOD 0.815857
JPY 161.634102
KES 149.071312
KGS 100.338759
KHR 4618.181341
KMF 498.628652
KPW 1035.278165
KRW 1638.988934
KWD 0.351557
KYD 0.958021
KZT 601.770974
LAK 24945.660276
LBP 103060.786814
LKR 343.821855
LRD 230.017691
LSL 21.689803
LTL 3.396336
LVL 0.695764
LYD 6.291957
MAD 10.668356
MDL 19.887
MGA 5236.88291
MKD 61.547313
MMK 2414.961272
MNT 4071.738185
MOP 9.190805
MRU 45.360008
MUR 51.196645
MVR 17.710312
MWK 1996.802812
MXN 22.585437
MYR 5.047244
MZN 73.505546
NAD 21.689803
NGN 1845.887408
NIO 42.299847
NOK 11.931765
NPR 157.010351
NZD 1.915664
OMR 0.44288
PAB 1.149584
PEN 4.328315
PGK 4.754179
PHP 65.183075
PKR 322.752569
PLN 4.278305
PYG 9201.734551
QAR 4.187531
RON 4.978777
RSD 118.631842
RUB 93.459619
RWF 1627.578278
SAR 4.314522
SBD 9.577711
SCR 16.368096
SDG 690.716296
SEK 10.982306
SGD 1.502922
SHP 0.903902
SLE 26.196504
SLL 24119.771211
SOS 657.355013
SRD 42.731265
STD 23807.480055
SVC 10.058863
SYP 14955.259996
SZL 21.647084
THB 38.164614
TJS 12.346308
TMT 4.025812
TND 3.436882
TOP 2.693959
TRY 44.007767
TTD 7.800173
TWD 37.378512
TZS 3088.37233
UAH 47.639949
UGX 4213.941616
USD 1.150232
UYU 48.209682
UZS 14855.24667
VES 93.006184
VND 29870.374764
VUV 138.464864
WST 3.206047
XAF 663.812647
XAG 0.035428
XAU 0.000333
XCD 3.108559
XDR 0.816618
XOF 661.383355
XPF 119.331742
YER 282.094509
ZAR 21.421996
ZMK 10353.464735
ZMW 32.733807
ZWL 370.374234

In primo piano


Dubai, la guida definitiva su cosa fare e vedere

Dubai, la guida definitiva su cosa fare e vedere ! Se sogni di viaggiare, non puoi perderti le straordinarie opportunità che Dubai ha da offrire. Pianifica la tua visita e scopri le attrazioni imperdibili di Dubai, il gioiello degli Emirati Arabi Uniti. Ammira l'incredibile skyline di Dubai, dominato dal celebre Burj Khalifa, l'icona che svetta sopra tutte le altre.Esplora i lussuosi resort di Palm Jumeirah, goditi la vita notturna di Dubai Marina e immergiti nella cultura tradizionale nei souk di Deira. Scegli tra avventure emozionanti nel deserto, visite a parchi a tema di classe mondiale e una miriade di ristoranti di alta cucina. Non importa cosa cerchi, Dubai offre esperienze uniche che ti lasceranno senza fiato.Pronto per visitare Dubai? Guarda il nostro video e preparati a esplorare questa città incredibile. Dubai ti aspetta!

Cosa fare a Dubai in 3 giorni: una guida turistica completa!

Scopri cosa fare a Dubai in soli tre giorni con questa guida turistica completa. Dai grattacieli più alti del mondo ai mercati tradizionali, dal lussuoso Burj Al Arab al giardino fiorito più grande del mondo, questo video ti mostrerà i posti più belli da visitare nella città degli Emirati Arabi Uniti.Segui il nostro tour guidato e preparati a rimanere incantato dalla bellezza e dalla modernità di Dubai.

Dazi USA-Cina: lezioni storiche

La nuova ondata di dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina, iniziata nel 2025 sotto la presidenza di Donald Trump, ha riacceso il dibattito sulle guerre commerciali e i loro effetti. Con tariffe che raggiungono il 145% sulle importazioni cinesi e contromisure di Pechino al 125% su prodotti americani, l’economia globale trema. Ma cosa ci insegna la storia sulle guerre dei dazi? Questo articolo analizza le esperienze passate per comprendere le possibili conseguenze del conflitto attuale.Le guerre commerciali non sono una novità. Uno degli esempi più noti è la tariffa Smoot-Hawley del 1930, quando gli Stati Uniti imposero dazi fino al 60% sulle importazioni per proteggere l’industria interna durante la Grande Depressione. Il risultato fu disastroso: il commercio globale crollò del 66% tra il 1929 e il 1934, aggravando la recessione. I partner commerciali, come Canada ed Europa, risposero con dazi retaliatori, riducendo le esportazioni americane del 61%. La lezione fu chiara: i dazi protezionistici, se non calibrati, possono amplificare le crisi economiche anziché risolverle.Un caso più recente è la guerra commerciale USA-Cina del 2018-2019, durante il primo mandato di Trump. Gli Stati Uniti imposero tariffe fino al 25% su 360 miliardi di dollari di beni cinesi, mentre Pechino rispose con dazi su 120 miliardi di dollari di prodotti americani, colpendo soprattutto l’agricoltura. Gli effetti furono misti: negli Stati Uniti, i consumatori pagarono 40 miliardi di dollari in più all’anno per beni importati, e gli agricoltori persero 12 miliardi di esportazioni, costringendo il governo a stanziare sussidi per 28 miliardi. Tuttavia, alcune industrie, come quella dell’acciaio, videro una crescita temporanea del 10% nell’occupazione. In Cina, l’export verso gli USA diminuì del 13%, ma Pechino accelerò la diversificazione commerciale, rafforzando i legami con l’Asia e l’Africa.La storia evidenzia tre lezioni principali. Primo, i dazi aumentano i costi per i consumatori. Nel 2018, i prezzi di beni come elettronica ed elettrodomestici negli Stati Uniti crebbero del 3-5%, un fenomeno che si ripete oggi con un aumento del 4,2% nei prezzi dei prodotti cinesi nel 2025. Secondo, le catene di approvvigionamento globali soffrono: durante la guerra del 2018, il 30% delle aziende multinazionali ha dovuto riorganizzare le proprie filiere, un processo costoso che si sta ripetendo, con ritardi nelle consegne di componenti elettronici stimati al 20%. Terzo, le ritorsioni sono inevitabili. Nel passato, come oggi, la Cina ha risposto con dazi mirati e restrizioni su risorse strategiche, come i minerali rari, fondamentali per il 90% della produzione di batterie e semiconduttori.Un altro insegnamento storico è che le guerre commerciali raramente raggiungono gli obiettivi dichiarati. Negli anni ’80, gli Stati Uniti imposero dazi del 100% sulle motociclette giapponesi per salvare Harley-Davidson. Sebbene l’azienda sopravvisse, il Giappone spostò la produzione negli USA, aggirando i dazi, e i consumatori pagarono prezzi più alti. Analogamente, i dazi attuali mirano a rilocalizzare l’industria americana, ma solo il 2% dei posti di lavoro manifatturieri è tornato negli Stati Uniti dal gennaio 2025, mentre le piccole imprese hanno tagliato 50.000 posti nel commercio al dettaglio.Le guerre commerciali hanno anche un impatto geopolitico. Durante la disputa del 2018, la Cina rafforzò l’iniziativa Belt and Road, investendo 200 miliardi di dollari in infrastrutture globali per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Oggi, Pechino sta consolidando alleanze con Russia e Iran, mentre limita l’accesso a materiali critici, spingendo paesi come Australia e Cile a colmare il vuoto. Questo suggerisce che i dazi, anziché indebolire l’avversario, possono accelerare la riconfigurazione delle alleanze globali.Tuttavia, la storia offre anche esempi di successi limitati. Negli anni ’90, gli Stati Uniti usarono la minaccia di dazi per aprire i mercati giapponesi e sudcoreani, ottenendo accordi commerciali vantaggiosi senza escalation. Questo indica che i dazi possono funzionare come leva negoziale, ma solo se accompagnati da diplomazia. Nel 2025, invece, l’assenza di dialogo diretto tra Trump e Xi Jinping rende improbabile una risoluzione rapida, prolungando l’incertezza.Le conseguenze attuali riflettono le esperienze passate. I mercati globali hanno perso 2,5 trilioni di dollari in valore da aprile 2025, riecheggiando le turbolenze del 2018. L’inflazione globale, prevista al 3-4%, minaccia il potere d’acquisto, mentre il PIL mondiale potrebbe ridursi dell’1-2% entro il 2027 se il conflitto persiste. La storia ci avverte che le guerre commerciali non hanno vincitori assoluti: proteggono alcune industrie, ma a scapito di consumatori, imprese e stabilità globale.Per il futuro, la chiave è bilanciare protezione e cooperazione. La storia insegna che i dazi funzionano meglio come strumento temporaneo, non come strategia permanente. Senza negoziati credibili, il conflitto USA-Cina rischia di ripetere gli errori del passato, con costi che ricadranno su tutti.