Dubai Telegraph - UE: Tecnologia e gestione dell'acqua

EUR -
AED 4.15871
AFN 81.521119
ALL 97.997628
AMD 441.07598
ANG 2.040625
AOA 1032.602576
ARS 1317.314746
AUD 1.778155
AWG 2.038032
AZN 1.919854
BAM 1.941882
BBD 2.285817
BDT 137.554117
BGN 1.955514
BHD 0.426708
BIF 3318.595343
BMD 1.13224
BND 1.48456
BOB 7.822931
BRL 6.458978
BSD 1.132086
BTN 96.64532
BWP 15.46615
BYN 3.704946
BYR 22191.903352
BZD 2.274101
CAD 1.571238
CDF 3257.454438
CHF 0.93998
CLF 0.027798
CLP 1066.716998
CNY 8.250665
CNH 8.256044
COP 4871.179398
CRC 569.319551
CUC 1.13224
CUP 30.004359
CVE 110.53488
CZK 25.005497
DJF 201.221552
DKK 7.466148
DOP 67.085129
DZD 150.029427
EGP 57.7088
ERN 16.9836
ETB 151.923727
FJD 2.561692
FKP 0.84642
GBP 0.853749
GEL 3.10209
GGP 0.84642
GHS 17.341657
GIP 0.84642
GMD 80.954183
GNF 9800.102736
GTQ 8.720498
GYD 236.852422
HKD 8.785899
HNL 29.349644
HRK 7.529287
HTG 147.909895
HUF 408.618598
IDR 19081.640163
ILS 4.128758
IMP 0.84642
INR 96.806913
IQD 1483.070481
IRR 47681.458927
ISK 144.903821
JEP 0.84642
JMD 178.937512
JOD 0.802867
JPY 162.269222
KES 146.625479
KGS 98.496388
KHR 4545.943084
KMF 491.951712
KPW 1018.949803
KRW 1615.706075
KWD 0.347054
KYD 0.943438
KZT 587.194034
LAK 24475.577715
LBP 101448.700926
LKR 339.318027
LRD 226.427143
LSL 21.025207
LTL 3.34321
LVL 0.68488
LYD 6.15384
MAD 10.479201
MDL 19.460522
MGA 5138.173489
MKD 61.484767
MMK 2376.878516
MNT 4009.851041
MOP 9.048249
MRU 44.866432
MUR 50.928436
MVR 17.442219
MWK 1963.129782
MXN 22.22225
MYR 4.987499
MZN 72.463523
NAD 21.025207
NGN 1821.378023
NIO 41.661403
NOK 11.912749
NPR 154.632711
NZD 1.902401
OMR 0.435873
PAB 1.132086
PEN 4.186594
PGK 4.616869
PHP 64.006635
PKR 318.009947
PLN 4.286546
PYG 9056.013415
QAR 4.144459
RON 4.976085
RSD 116.415622
RUB 93.976392
RWF 1616.116906
SAR 4.247099
SBD 9.439465
SCR 16.162371
SDG 679.911173
SEK 10.97547
SGD 1.490311
SHP 0.889763
SLE 25.758274
SLL 23742.487601
SOS 646.963062
SRD 41.723245
STD 23435.081332
SVC 9.906001
SYP 14721.324862
SZL 21.032349
THB 38.031757
TJS 12.056985
TMT 3.974162
TND 3.390499
TOP 2.651818
TRY 43.404081
TTD 7.689885
TWD 36.853166
TZS 3045.725405
UAH 47.277533
UGX 4150.254142
USD 1.13224
UYU 47.727923
UZS 14580.498103
VES 92.457725
VND 29432.577941
VUV 136.998077
WST 3.137688
XAF 651.289056
XAG 0.033672
XAU 0.000342
XCD 3.059935
XDR 0.810311
XOF 651.283345
XPF 119.331742
YER 277.68232
ZAR 21.157602
ZMK 10191.519252
ZMW 32.123761
ZWL 364.580807

In primo piano


Dubai, la guida definitiva su cosa fare e vedere

Dubai, la guida definitiva su cosa fare e vedere ! Se sogni di viaggiare, non puoi perderti le straordinarie opportunità che Dubai ha da offrire. Pianifica la tua visita e scopri le attrazioni imperdibili di Dubai, il gioiello degli Emirati Arabi Uniti. Ammira l'incredibile skyline di Dubai, dominato dal celebre Burj Khalifa, l'icona che svetta sopra tutte le altre.Esplora i lussuosi resort di Palm Jumeirah, goditi la vita notturna di Dubai Marina e immergiti nella cultura tradizionale nei souk di Deira. Scegli tra avventure emozionanti nel deserto, visite a parchi a tema di classe mondiale e una miriade di ristoranti di alta cucina. Non importa cosa cerchi, Dubai offre esperienze uniche che ti lasceranno senza fiato.Pronto per visitare Dubai? Guarda il nostro video e preparati a esplorare questa città incredibile. Dubai ti aspetta!

Cosa fare a Dubai in 3 giorni: una guida turistica completa!

Scopri cosa fare a Dubai in soli tre giorni con questa guida turistica completa. Dai grattacieli più alti del mondo ai mercati tradizionali, dal lussuoso Burj Al Arab al giardino fiorito più grande del mondo, questo video ti mostrerà i posti più belli da visitare nella città degli Emirati Arabi Uniti.Segui il nostro tour guidato e preparati a rimanere incantato dalla bellezza e dalla modernità di Dubai.

Dazi USA-Cina: lezioni storiche

La nuova ondata di dazi commerciali tra Stati Uniti e Cina, iniziata nel 2025 sotto la presidenza di Donald Trump, ha riacceso il dibattito sulle guerre commerciali e i loro effetti. Con tariffe che raggiungono il 145% sulle importazioni cinesi e contromisure di Pechino al 125% su prodotti americani, l’economia globale trema. Ma cosa ci insegna la storia sulle guerre dei dazi? Questo articolo analizza le esperienze passate per comprendere le possibili conseguenze del conflitto attuale.Le guerre commerciali non sono una novità. Uno degli esempi più noti è la tariffa Smoot-Hawley del 1930, quando gli Stati Uniti imposero dazi fino al 60% sulle importazioni per proteggere l’industria interna durante la Grande Depressione. Il risultato fu disastroso: il commercio globale crollò del 66% tra il 1929 e il 1934, aggravando la recessione. I partner commerciali, come Canada ed Europa, risposero con dazi retaliatori, riducendo le esportazioni americane del 61%. La lezione fu chiara: i dazi protezionistici, se non calibrati, possono amplificare le crisi economiche anziché risolverle.Un caso più recente è la guerra commerciale USA-Cina del 2018-2019, durante il primo mandato di Trump. Gli Stati Uniti imposero tariffe fino al 25% su 360 miliardi di dollari di beni cinesi, mentre Pechino rispose con dazi su 120 miliardi di dollari di prodotti americani, colpendo soprattutto l’agricoltura. Gli effetti furono misti: negli Stati Uniti, i consumatori pagarono 40 miliardi di dollari in più all’anno per beni importati, e gli agricoltori persero 12 miliardi di esportazioni, costringendo il governo a stanziare sussidi per 28 miliardi. Tuttavia, alcune industrie, come quella dell’acciaio, videro una crescita temporanea del 10% nell’occupazione. In Cina, l’export verso gli USA diminuì del 13%, ma Pechino accelerò la diversificazione commerciale, rafforzando i legami con l’Asia e l’Africa.La storia evidenzia tre lezioni principali. Primo, i dazi aumentano i costi per i consumatori. Nel 2018, i prezzi di beni come elettronica ed elettrodomestici negli Stati Uniti crebbero del 3-5%, un fenomeno che si ripete oggi con un aumento del 4,2% nei prezzi dei prodotti cinesi nel 2025. Secondo, le catene di approvvigionamento globali soffrono: durante la guerra del 2018, il 30% delle aziende multinazionali ha dovuto riorganizzare le proprie filiere, un processo costoso che si sta ripetendo, con ritardi nelle consegne di componenti elettronici stimati al 20%. Terzo, le ritorsioni sono inevitabili. Nel passato, come oggi, la Cina ha risposto con dazi mirati e restrizioni su risorse strategiche, come i minerali rari, fondamentali per il 90% della produzione di batterie e semiconduttori.Un altro insegnamento storico è che le guerre commerciali raramente raggiungono gli obiettivi dichiarati. Negli anni ’80, gli Stati Uniti imposero dazi del 100% sulle motociclette giapponesi per salvare Harley-Davidson. Sebbene l’azienda sopravvisse, il Giappone spostò la produzione negli USA, aggirando i dazi, e i consumatori pagarono prezzi più alti. Analogamente, i dazi attuali mirano a rilocalizzare l’industria americana, ma solo il 2% dei posti di lavoro manifatturieri è tornato negli Stati Uniti dal gennaio 2025, mentre le piccole imprese hanno tagliato 50.000 posti nel commercio al dettaglio.Le guerre commerciali hanno anche un impatto geopolitico. Durante la disputa del 2018, la Cina rafforzò l’iniziativa Belt and Road, investendo 200 miliardi di dollari in infrastrutture globali per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti. Oggi, Pechino sta consolidando alleanze con Russia e Iran, mentre limita l’accesso a materiali critici, spingendo paesi come Australia e Cile a colmare il vuoto. Questo suggerisce che i dazi, anziché indebolire l’avversario, possono accelerare la riconfigurazione delle alleanze globali.Tuttavia, la storia offre anche esempi di successi limitati. Negli anni ’90, gli Stati Uniti usarono la minaccia di dazi per aprire i mercati giapponesi e sudcoreani, ottenendo accordi commerciali vantaggiosi senza escalation. Questo indica che i dazi possono funzionare come leva negoziale, ma solo se accompagnati da diplomazia. Nel 2025, invece, l’assenza di dialogo diretto tra Trump e Xi Jinping rende improbabile una risoluzione rapida, prolungando l’incertezza.Le conseguenze attuali riflettono le esperienze passate. I mercati globali hanno perso 2,5 trilioni di dollari in valore da aprile 2025, riecheggiando le turbolenze del 2018. L’inflazione globale, prevista al 3-4%, minaccia il potere d’acquisto, mentre il PIL mondiale potrebbe ridursi dell’1-2% entro il 2027 se il conflitto persiste. La storia ci avverte che le guerre commerciali non hanno vincitori assoluti: proteggono alcune industrie, ma a scapito di consumatori, imprese e stabilità globale.Per il futuro, la chiave è bilanciare protezione e cooperazione. La storia insegna che i dazi funzionano meglio come strumento temporaneo, non come strategia permanente. Senza negoziati credibili, il conflitto USA-Cina rischia di ripetere gli errori del passato, con costi che ricadranno su tutti.