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Jude, in 'Kontinental 25' racconto la crisi morale di oggi
Il regista romeno alla Berlinale: "Mi ha aiutato Rossellini"
Ion, un senzatetto smilzo, con tanto di busta di plastica verde, si aggira a Cluj-Napoca, capitale non ufficiale della Transilvania, come un Bagatto dei Tarocchi. Di volta in volta chiede l'elemosina o del lavoro ai passanti o raccatta qualcosa dalle strade da riciclare. Vaga poi anche nel parco a tema della città, sempre più gentrificata, pieno di enormi dinosauri urlanti (una sequenza davvero surreale) per poi tornare nella cantina in cui vive abusivamente. Si apre così 'Kontinental 25' di Radu Jude regista romeno in concorso alla Berlinale 75 che si chiude sabato: un omaggio dichiarato a 'Europa '51 di Roberto Rossellini. A questo punto, in questo film girato con un iPhone 15, entra in scena la vera protagonista Orsolya (Annamária Biluska), l'ufficiale giudiziario che impone lo sfratto a questo senzatetto che però, prima di lasciare la cantina, riesce ad impiccarsi. Da qui, per la donna borghese benestante con tanto di marito e figlio, nasce un senso di colpa che la paralizza e che non riesce a superare. Rinuncia così ad andare in vacanza con la famiglia, appena può dice anche un Padre nostro, si dilunga poi in conversazioni su Brecht, sul razzismo della vicina Ungheria e non manca anche di ubriacarsi a morte con un suo giovanissimo ex allievo, appassionato di zen e cultura orientale, con il quale ha la storia di una sera. Il tutto accompagnato da immagini delle nuove moderne architetture, ovvero di palazzi di plastica di Cluj-Napoca, perfetto monumento all'indifferenza. Dal regista comunque la solita miscela di dramma e commedia, che spazia in questo caso dalla crisi abitativa all'economia post-socialista, dal nazionalismo al nascente razzismo.
A.Ragab--DT