Cinema: Occhipinti, norme chiare e tempi certi su tax credit
Barbareschi: 'L'Italia non si svenda agli stranieri'
"Se vogliamo essere competitivi e attrarre investimenti dobbiamo avere norme chiare e tempi certi. Sono fondamentali poi la pluralità e la diversità di tipologie e serie che vengono prodotte e proprio per questo ci devono essere soggetti forti che possano finanziare i loro progetti. Oggi in Italia sono pochi i soggetti che decidono quali film si faranno". Lo ha detto Andrea Occhipinti, fondatore e amministratore unico della Lucky Red, intervenendo agli Stati generali del cinema in corso a Siracusa, a proposito del tax credit, uno degli argomenti al centro dei panel. In Sicilia "abbiamo un clima e dei set naturali e architettonici, come il castello Maniace in cui ci troviamo oggi, che sono già location autonome - ha detto il presidente della Regione, Renato Schifani -. Abbiamo investito più di 20 milioni in questo settore, altri cinque ne abbiamo previsti nell'ultima legge Finanziaria". Nel cinema italiano "per migliorarsi e magari per uscire fuori da confini nazionali il più possibile, occorre lavorare molto sulla qualità" ha osservato Giampaolo Letta, amministratore delegato di Medusa Film. In questa fase, "che ancora ci vede recuperare rispetto ai livelli di mercato pre-pandemia, è molto importante - ha aggiunto - che continuino gli incentivi statali per aiutare nella promozione dei film italiani, cioè il cosiddetto tax credit alla distribuzione, che si è rivelato decisivo per il successo di tante pellicole che sono uscite in questi due anni". Occorre parlare "per un comparto audiovisivo migliore, di dignità italiana. E non occorre svendersi agli stranieri, perché non fanno i nostri interessi, ma soltanto i loro - ha affermato Luca Barbareschi, ceo di Eliseo Entertainment -. Serve fare industria, ma servono investimenti, e togliere parte del canone della Rai, unico luogo di narrazione del Paese, è un grande danno per un inutile populismo. Dobbiamo imparare ancora tantissimo dagli Americani, in fatto di cineturismo. E dobbiamo farlo anche dai tedeschi, che hanno investito 2,3 miliardi sulla narrazione autoctona, più o meno tanto la Francia e un miliardo la Spagna. Noi solo 200 milioni".
H.Hajar--DT