Medici di famiglia pronti a prescrivere nuovi antidiabetici
Sigm, "fondamentali anche per sindrome cardio-nefro-metabolica"
Il Medico di Medicina Generale assume un ruolo sempre più autonomo e centrale nella gestione dei pazienti con diabete mellito di tipo 2. La Nota 100 di Aifa, lo strumento regolatorio che definisce le indicazioni terapeutiche per le quali un determinato farmaco è rimborsabile a carico del Servizio Sanitario Nazionale, ha infatti ampliato la possibilità per la Medicina Generale di prescrivere i più recenti farmaci antidiabetici come DPP4i, GLP-1 e gliflozine (SGLT2-i: inibitori del trasportatore sodio/glucosio di tipo 2), efficace anche per le complicazioni cardiovascolari e renali. Proprio per favorire la presa in carico e gestione del paziente, la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) ha così promosso vari eventi formativi. "Ad oggi più di cento medici hanno ottenuto il titolo di Mmg esperto in diabete e patologie metaboliche e ad essere iscritti in un registro riconosciuto anche a livello europeo - spiega Gerardo Medea, Consigliere Nazionale e Responsabile della Ricerca Simg - . Abbiamo creato anche un osservatorio permanente per valutare la presa in carico, l'appropriatezza prescrittiva e la competenza acquisita dai medici di famiglia nell'applicazione della nota 100". Un contributo, quello dei medici di famiglia, anche per identificare e prevenire la sindrome cardio-nefro-metabolica, che colpisce circa 11,6 milioni di persone in Italia. "Per la sua complessità clinica, questa sindrome richiede un approccio multidisciplinare e integrato che punti non soltanto al controllo glicemico, ma anche al controllo del peso corporeo, alla gestione dei fattori di rischio cardiovascolare e soprattutto alla protezione d'organo cardio renale - dichiara Tindaro Iraci, Simg Palermo - È quindi importante che i medici di famiglia identifichino precocemente tra i loro assistititi tutti i soggetti che potrebbero giovarsi di trattamenti in grado di prevenire l'insorgenza delle complicanze e offrano loro, in maniera tempestiva, la migliore terapia". Il Mmg è in prima linea anche per l'identificazione precoce dei pazienti ad alto rischio di sviluppo di danno cardiorenale. "Per la stadiazione del rischio, sono necessari il monitoraggio della creatinina e il valore della microalbuminuria - spiega Maurizio Ridolfi, Simg Roma - Il monitoraggio regolare di questi parametri è essenziale per rallentare la progressione del danno e adattare tempestivamente la terapia, in cui gli SGLT-2 svolgono un ruolo chiave. E' bene che il Mmg si impegni per identificare precocemente nei pazienti diabetici il rischio di danno cardiorenale".
G.Rehman--DT