Portovesme, il ceo Garofalo rassicura sulla presenza in Sardegna
'Stop a linea zinco dettata dalla non sostenibilità economica'
"Le decisioni che abbiamo comunicato vanno nella direzione di permettere la presenza per lungo tempo in Sardegna. La scelta non è legata alle prestazioni dello stabilimento perché tutta l'organizzazione sta dando il massimo, in termini di performance, sicurezza, salute e rispetto dell'ambiente. E' solo una situazione di sostenibilità economica e queste scelte servono per trovare soluzioni alternative e per porre le basi per il futuro. Sono solidale con gli stati d'animo dei lavoratori ma non possiamo nasconderci dietro un dito perché le realtà sono cambiate drasticamente". Così all'ANSA il ceo della Portovesme srl, controllata dalla multinazionale Glencore, Davide Garofalo, all'indomani del confronto con i sindacati sulla chiusura della linea zinco nel Sulcis. Un "rallentamento" lo definisce l'ad, utile a prendere tempo per studiare opzioni alternative "con la piena disponibilità al dialogo con le istituzioni per valutare anche nuove opportunità". Garofalo annuncia poi la riapertura tra due mesi circa, dello stabilimento di San Gavino: produrrà la cosiddetta lega tripla che permetterà di raffinare piombo recuperando argento e oro contenuto nella materia prima attraverso una campagna di produzione di 7-8 mesi con la rotazione dei lavoratori. Riguardo la produzione storica, il ceo spiega che, oltre al costo dell'energia ("continua a rimanere alto, 2,5 volte il prezzo storico e comunque superiore rispetto ad altri paesi europei") "il mercato dello zinco è crollato a causa del rallentamento della domanda: le perdite sono più che raddoppiate rispetto al 2023 e le proiezioni sono negative per i prossimi 2-3 anni. L'unico modo per garantire che lo stabilimento possa sopravvivere è quindi il ridimensionando delle attività, riducendole al riciclo dei fumi di acciaieria, un puro processo di economia circolare. Siamo l'unico stabilimento che recupera ossidi di zinco in Europa: 250mila tonnellate all'anno". Attualmente la discarica dei residui di questa produzione ha una capacità fino al 2034.
A.Padmanabhan--DT